PERCHE’ IL SILENZIO E’ DEI COLPEVOLI

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Scrivo queste rapide righe a soli tre giorni dai fatti inqualificabili

 

che hanno portato alla morte il mio grande compagno,

 

il presidente Allende.

 

Sul suo assassinio si è voluto fare silenzio;

 

è stato sepolto segretamente;

soltanto alla sua vedova è stato concesso di accompagnare quell'immortale cadavere. (…)

Quel cadavere che andò verso la sepoltura accompagnato

da una sola donna, che portava con sé tutto il dolore del mondo,

quella gloriosa figura morta era crivellata e frantumata dai colpi delle mitragliatrici dei soldati del Cile,

 che ancora una volta avevano tradito il Cile.

 

        Santiago, 15 settembre 1973 (Pablo Neruda, Confesso che ho vissuto)

 

 

 

 

 

 

Omaggio a lei, Presidente

 

Il più grande e uno dei pochi comunisti che ammiro profondamente,

 

pur rifiutando il suo credo politico,

 

 per i suoi tragici errori quali la negazione della religione,

 

e la contraddizione intraducibile  della sua filosofia di fondo:

 

 il fine(la sparizione delle classi) che coincide con l’essenza(la lotta di classe).

 

La ammiro profondamente perché lei è salito al potere senza inganni,

 

senza colpi di stato,

 

senza rivoluzioni trasformate in regimi totalitari,

 

lei, a differenza della maggior parte dei suoi colleghi,

 

non ha promesso ai poveri del suo paese la terra dei lavoratori

 

per poi dar loro la terra degli schiavi (come disse un profeta russo).

 

Lei ha creduto fino all’ultimo nella DEMOCRAZIA,

 

nelle ISTITUZIONI, nella PACE,

 

e nella LIBERTA’ DI CULTO,

 

ha svelato la menzogna della propaganda capitalista

 

quando ha reso in pochi mesi il suo Paese

 

uno dei più ricchi economicamente,

 

statalizzando tutto:

 

le risorse energetiche, l’acqua, e persino le banche.

 

Ma a capo dello stato non c’erano mafiosi,

 

né avidi tiranni, né truffatori, né clienti corrotti di predatori stranieri,

 

c’era lei. E il Cile ha prosperato, per quel breve spazio di un sogno…

 

Ma i suoi nemici erano troppi, e troppo potenti:

 

il capo o miglior rappresentante dei suoi avversari esterni,

 

Nixon, batteva il pugno sul tavolo, quando vedeva che lei

non ci pensava neanche a baciargli la mano,

 

a pagargli il pizzo, come tutti gli altri; e la chiamava “son of a bitch”…

 

e i suoi avversari interni?

 

Quelli erano molti di più, e forse la odiavano persino più intensamente:

 

erano i grandi feudatari cileni, che prima di lei possedevano terreni sterminati,

 

e agli altri, la grande maggioranza, lasciavano la miseria

 

lei non ha tradito quello che è l’unico ideale del suo pensiero politico che condivido,

 

l’equa e solidale distribuzione delle risorse.

 

Ha tolto con l’autorità che chi sperava in lei le ha dato,

 

lo scandalo delle ricchezze eccedenti di pochi,

 

e ha ridistribuito quei terreni in lotti a tutti,

 

perché li lavorassero da uomini liberi

 

e non da moderni schiavi.

 

Per questo i figli di nessuno del Cile, e ogni altro uomo onesto

 

l’amava. E gridavano tutti insieme Allende, el pueblo te defende!

 

una folla incontenibile in festa,

 

di gente vera e spontanea,

 

non figuranti prezzolati, né burattini spaventati.

 

Ma i nemici  tramavano, si coalizzavano…

 

il livore era incontenibile…

 

e lei è morto.

 

E il pezzo sbagliato della scacchiera del diavolo è stato mangiato

 

barando, come era ovvio…

 

al suo posto il solito feroce dittatore,

 

encomiato, iper protetto…persino benedetto.

 

gli avidi hanno riavuto il bottino,

i poveri sono tornati al loro posto: poveri…e muti.

 

Hanno provato e sperano di cancellarla anche dalla memoria, Presidente.

 

Ma le orme di uomini come lei sono dure da coprire…

 

Omaggio a lei, signor Presidente,

 

riposi in pace

 

e dal luogo dove spero si trovi,

 

nonostante i suoi errori,

 

preghi per il suo amato Cile

 

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